martedì 12 aprile 2016

L'isola di plastica nell'Oceano Pacifico



Avete visto?
E' drammatico vero? Ma mi sono chiesto, cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano. 
Sicuramente vivere consapevolmente con due semplici propositi: ridurre l’impatto ambientale e dimostrare agli altri, con il proprio esempio il rispetto per l’ambiente e per la sua salvaguardia.
Per alcuni, le ragioni di questa scelta sono ovvie, per altri possono sembrare di poca importanza. Analizziamo oggi, i prodotti, che causano il maggior danno ambientale, le stoviglie di plastica, e troviamo un'alternativa valida.   In diversi negozi green di trovano le stoviglie "bio" che  utilizzano materiali 100% naturali, riciclabili e sostenibili come amido di mais, polpa di canna da zucchero, e altri derivati vegetali biologici.
Ma sono veramente green?
Mi sono imbattuto on-line su tanti siti che lavorano ogni giorno per  rendere l’ambiente in cui viviamo un posto più salutare , alcuni con buoni propositi e basta, altri anche con prodotti molto semplici e non troppo costosi, basterebbe essere bene informati affinchè le persone "normali" potrebbero benissimo utilizzare nella vita di ogni giorno prodotti sostenibili e biodegradabili a impatto ambientale zero.

Le stoviglie biodegradabili. Ecco quali sono i  materiali usati:
(fonte www.vetrinasolidale.com)

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Carta:
La carta utilizzata per i  prodotti bio deriva da riciclaggio e da foreste sostenibili per evitare che le stesse si esauriscano.  La carta può essere di nuovo riciclata o, essendo di natura organica, può decomporsi.
PLA:
Significa ‘Acido Polylattico’ che è una plastica biodegradabile ottenuta da risorse vegetali come l’amido di mais.  Il PLA più comunemente usato per i prodotti monouso eco-sostenibili per alimenti ha un basso coefficiente termico e per questo motivo è comunemente usato per alimenti e bevande fredde
PSM:
Significa ‘Pla.amido derivati’.  PSM è un derivato dalla risorsa rinnovabile amido di mais che è modificato per renderlo più resistente al calore. Così come il PLA, PSM deriva da risorse rinnovabili risparmiando l’utilizzo di risorse non rinnovabili come il carbone o il petrolio.
Polpa di Canna da Zucchero:
Questo materiale biodegradabile è un derivato dalle fibre della canna da zucchero ed è un eccellente sostituto dei derivati plastici che impiegano molti anni a decomporsi.  I prodotti realizzati con la polpa di canna da zucchero, non sono solo derivati da risorse rinnovabili-vegetali, ma  hanno anche un ulteriore vantaggio.  La polpa della canna da zucchero verrebbe considerata come rifiuto, in questo modo viene riutilizzata per farne un buon uso.  La polpa della canna da zucchero può essere utilizzata nel microonde, forni e congelatori.

Come lettura vi consigliamo:
Salvare il pianeta di Marshall Natalia


Questa è una generazione terribilmente viziata, è tempo di crescere per aiutare a far guarire il pianeta in cui si vive. Il primo passo per imparare a rispettare l'ambiente è un attento e scrupoloso esame del proprio stile di vita.
Il modo in cui viviamo distrugge o tutela il pianeta? Si è davvero sinceri quando si tratta di giudicare il proprio di vita o cerchiamo delle scappatoie?
Il volume contiene numerose informazioni e "controinformazioni" sui metodi migliori e più rispettosi per non pesare sull'ambiente.

venerdì 18 marzo 2016

Per ridurre gli sprechi in arrivo le capsule caffè biodegradabili

Finalmente è arrivata una valida alternativa sostenibile per gli amanti delle capsule  Nespresso.  Fino a oggi le capsule in plastica o alluminio  non sono mai state  riciclabili ed il  costo ambientale è significativo, visto che ogni tazzina comporta un imballo, in metallo o plastica, da gettare nell’immondizia. 

 La Novamont, azienda leader nel campo dei materiali e bio-chemicals, ha creato la prima capsula completamente compostabile.
Per la fabbricazione delle eco-porzioni è stato usato anche Mater-Bi® di IV generazione, una nuova bioplastica che richiede meno energie e risorse durante la fase di produzione rispetto alle versioni precedenti.
«Le nuove capsule – precisa Andrea Di Stefano di Novamont – si possono definire ecofriendly perché dopo avere preparato l’espresso, si può buttare tutto l’involucro con all’interno il fondo di caffè, nell’umido. 
Oggi ci sono diverse aziende che hanno iniziato a commercializzare capsule fabbricate con materiali ricavati da fibre vegetali e amido, biodegradabili, che dopo averle utilizzate si gettano nei rifiuti organici e si degradano in circa sei mesi. Ma la strada è lunga, infatti  il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto,  ma direi che tra una capsula non riciclabile e una capsula biodegradabile è molto meglio la seconda, poi se il caffè utilizzato è un caffè biologico, ancora meglio!

Le capsule biodegradabili si possono trovare in diversi negozi on-line. Il prezzo è simile a quello delle capsule originali Nespresso,  un po’ care ma in alcuni casi si possono travare anche a dei prezzi convenienti, con caffè biologico, come Qui.